Rosa Maria Cantatore
- 20/10/2018 15:01:00
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Giovanni, Franca, Alberto: ognuno di voi a suo modo, secondo la propria sensibilità, secondo la propria personale visione del mondo ha reso straordinariamente belli questi versi, assegnando loro un inestimabile valore aggiunto.
Di questo, sinceramente vi ringrazio.
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Franca Colozzo
- 16/10/2018 22:40:00
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Colma questi abissi con il desiderio di elevarti sopra di essi. Lascesa non è facile, eppure è doverosa per la nostra specificità di esseri pensanti. Labisso lo creiamo noi con il nostro pensiero negativo. Liberati da esso ed il mondo si colorerà per te di tutti i colori che ami. Labisso, dalle futili chiacchiere al nostro vissuto quotidiano, permane dentro di noi solo se noi lo accogliamo. Un affettuoso abbraccio. Buona notte.
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Alberto Becca
- 16/10/2018 20:23:00
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Mai come in questa opera la lirica si fonde con la grafica, le parole divengono suono indistinto, lamento, urlo, unisono che giunge dal pronfodo dell intimo e si dilata nel mondo circostante. La futilità e la banalità del quotidiano stridono in modo opprimente con la pesantezza e la durezza del tempo, giudice dell esistenza, motore del vivere. Gli intervalli sono sempre troppo brevi rispetto al tempo della sofferenza, del dubbio, dell angoscia (sempre troppo lungo). Il mio augurio è che i vuoti (esistenziali, mentali, ideologici, valoriali) possano essere riempiti da Colui che l abisso ha inventato, plasmato e poi donato agli esseri umani, affinchè ne usufruiscano nel miglior modo possibile
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